E' di queste ore la notizia, nemmeno troppo inaspettata, dell'ultimatum lanciato dal Team LCR Honda di Lucio Cecchinello al suo pilota Toni Elias: o si migliora, o in sella alla RC212 griffata Playboy non ci sarà più posto per lo spagnolo. Tre gare, il limite entro il quale Toni dovrà dimostrare impegno e portare risultati, altrimenti ciccia. Piloti con la valigia o con tanta voglia di debuttare in massima serie ce ne sono, dopotutto il riferimento da cui partire (ultima casella fissa) non appare nemmeno troppo difficile da superare.
Ma cosa succede a Toni Elias, capace di dimostrarsi un egregio pilota sia in 250 che in MotoGP, fresco campione della Moto2 nell'anno di debutto? Difficile da dire. Di sicuro la sua Honda clienti è leggermente inferiore alle ufficiali di Stoner, Dovizioso, Pedrosa e Simoncelli. Ma non troppo diversa da quella di Aoyama che, pur senza eccellere, qualcosina di meglio dello spagnolo ha portato a casa.
Quello che appare evidente, da sempre, è lo stile di guida assolutamente anomalo di Elias. Busto molto ruotato in curva, sedere bassissimo quasi a sfiorare l'asfalto. Cavoli suoi, vien da dire, se gli piace così... Però il dubbio mi sorge: non potrebbe essere proprio uno stile di guida scorretto ad impedire a Toni di portare al limite una MotoGP moderna? Spettacolo ed efficacia, molto spesso, non vanno di pari passo.
Confermo senza indugi lo scarso valore (a mio parere) della Moto2 come categoria propedeutica alla MotoGP, però Elias una vera moto da corsa (la 250) l'ha guidata, e spero se lo ricordi altrimenti i problemi che lo affliggono riguardano anche la memoria!
Vedremo se l'ultimatum sortirà qualche effetto, magari un pò di umiltà nella ricerca del setup potrebbe aiutare. Si vocifera infatti di una certa "esuberanza" del pilota spagnolo nel volersi sovrapporre ai tecnici, che magari dovrebbe semplicemente ascoltare di più.
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