mercoledì 14 dicembre 2011

Più tabacco per tutti



In questo periodo di crisi motociclistica molti tirano in ballo i "bei vecchi tempi", quelli delle griglie piene di moto e delle gare spettacolari. A parte che le gare spettacolari non erano la norma, ma questo è un discorso che merita più spazio.

Sostanzialmente i motivi che portano alla situazione attuale sono due: l'aumento dei costi e la diminuzione delle entrate dei team, leggasi sponsors. Sul primo punto, purtroppo, c'è poco da fare. Obbligare una casa costruttrice a diminuire il costo del leasing su una MotoGP è difficile oltre che eticamente scorretto, mi spiego: se Honda spende un bel pò di quattrini per creare la sua GP, dimostratasi vincente, chi la vuole per puntare a risultati onorevoli deve accollarsi le cifre decise da Honda stessa. Altrimenti cambia campionato o marca, anche se la scelta ormai è ridotta a 3 moto.
L'unica cosa sensata sarebbe realizzare delle MotoGP "light", meno performanti e quindi meno costose. A questo punto... CRT.

Riguardo alla mancanza di sponsor munifici, si tratta di una scelta sbagliata fatta anni orsono: escludere i tabaccai, impedendo loro di veicolare il proprio marchio. I soldi, quelli veri, li portavano loro in MotoGP e Formula1. Marlboro, Chesterfield, West, Lucky Strike, Camel, Gauloises e mille altri avevano trovato negli sport motoristici una vetrina dove riversare (a proprio beneficio fiscale) i lauti guadagni generati dalla vendita delle "bionde". Sull'onda della dilagante ipocrisia, si è ben pensato di tagliarli fuori, con la scusa buonista del non voler incitare i giovani al fumo.
A questo proposito calza a pennello la dichiarazione di Marco Melandri, ai tempi pilota griffato Fortuna: "è una cazzata, io corro su una moto con un marchio di sigarette e non ho mai pensato di fumare, e sono convinto che nemmeno mia sorella inizierebbe a fumare perchè vede la scritta su una moto". Niente di più vero.

Quindi se mancano i soldi... non serve guardare lontano per capire di chi è la colpa.

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