venerdì 1 aprile 2011

La scossa non arriva


Stavo giusto sfogliando la rivista Masterbike di aprile 2011, a pagina 128 per la precisione. Si parla di moto elettriche da gara, nello specifico della eCRP 1.4 2011, impegnata del Campionato Mondiale Elettrico TTXGP.
Sì, perchè stanno nascendo parecchie moto elettriche, oltre agli scooter (più prevedibili). Persino KTM si è dichiarata seriamente possibilista, tanto che forse fra un paio d'anni vedremo sulle piste da cross delle "kappa" che sibilano anzichè tuonare.
La deriva ecologista ha quindi contagiato anche il mondo delle due ruote. Passi per gli scooter, anzi, hanno effettivamente più senso rispetto ai fratelli con motore a scoppio. Per muoversi in città, con percorrenze limitate e senza esigenza di particolari prestazioni, nonostante certi impiegati sembrino costantemente ingarellati nel GP delle vasche da bagno...
I tempi di ricarica non sono un problema, lo scooter percorre una ventina di chilometri al giorno, alla sera riposa del box attaccato al caricabatterie e buonanotte. Una filosofia di questo tipo permette di ridurre il peso/ingombro del pacco batterie, vero problema della mobilità elettrica.
Ma le moto, specie quelle da competizione, hanno esigenze diverse. Innanzitutto, devono correre possibilmente forte. In più vengono sfruttate al massimo delle loro possibilità, con gli ovvi problemi di riscaldamento del pacco batterie e del motore.

Detto questo, io una gara di moto elettriche me la sono seguita dal vivo. Tralascio il giudizio estetico, molte moto avevano un aspetto a dir poco "raffazzonato", tutte comunque mi sono sembrate bruttine. In particolare, la ricerca dello spazio per le batterie porta a delle proporzioni che all'occhio abituato alle moto standard appaiono quantomeno bizzarre.
Rumore non ne fanno: si sente solo un fischio, più o meno accentuato, ed un mix motore-catena-grattuggia non certo esaltante.

La eCRP 1.4, secondo la scheda tecnica, pesa dai 160 ai 180 kg a seconda delle configurazioni. Le concorrenti viaggiano più o meno sullo stesso ordine di grandezza, con potenze che vanno da circa 80 CV... a scendere. Ma non tra una moto e l'altra, bensì sulla stessa moto durante la gara: in qualche caso infatti il pilota, o la gestione elettronica del propulsore, è stato costretto a ridurre la potenza per poter arrivare al traguardo.
La scena del pilota che saltella sulla moto e dondola come si faveva su certi tricicli a molla mi rimarrà stampata nella testa ad imperitura memoria...

Un fiasco totale? Sarebbe esagerato. Si tratta di mezzi sperimentali, dai quali potranno arrivare importanti evoluzioni per mezzi elettrici del futuro. STRADALI, però, perchè l'unica cosa che mi sembra stonata è metterle in pista, queste moto. Ha poco senso, poco appeal anche per gli appassionati irriducibili (quelli che guardano qualsiasi gara, purchè ci siano moto), chi era in tribuna è passato molto velocemente dalla curiosità iniziale a qualche sorrisetto annoiato, per concludere la parabola davanti ad una birra ed un poco ecologico panino con salsiccia e cipolla.
Forse è ancora troppo presto, non lo metto in dubbio. Però... perchè il futuro deve essere per forza "meno"? Moto da gara meno belle, meno veloci, meno emozionanti. Meno inquinanti, ok: ma sono le emissioni di una gara a spostare gli equilibri ambientali nel mondo? O forse ci sono altri aspetti su cui sarebbe meglio lavorare?

Nessun commento:

Posta un commento